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Saverio
Cultura del Mare
Scene da una tranquilla crociera a vela a bordo del Grande Zot, nelle acque della Sardegna settentrionale.
Veder passare il Grande Zot che naviga di bolina è una gioia per chi lo incrocia nelle acque della Sardegna. Sciarrelli voleva una barca veloce, Eric Tabarly confermò che correva nel vento e Saverio la fa volare a viele spiegate.
Godetevi questi pochi secondi di mare e di vento.
La trasparenza delle sue acque, le sue sfumature dall'azzurro al blu cobalto al verde smeraldo, gli scogli di granito lavorati dal vento e la macchia mediterranea che invade l'aria del suo profumo di mirto e ginepro, rendono uniche le vacanze in barca.
Perchè si va a vela? Perché andare in barca è non soltanto un modo per tuffarsi nella natura, per conoscere se stessi, i propri orizzonti e i propri limiti, ma soprattutto per vivere in un'altra dimensione, per tanti motivi diversa da quella che si vive ogni giorno sulla terraferma.
L'andar per Mare -e in Mare non vi son certezze - implica una filosofia del viaggio tutta particolare; è scomodo, richiede abilità, un certo sforzo fisico, resistenza alla fatica, sangue freddo; infine, può essere rischioso.
Ma restituisce il senso dell'avventura in un modo antico, dove il tempo, lo scorrere del tempo, nonostante il prezioso ausilio delle nuove tecnologie per stabilire la posizione o misurare le distanze, non è sostanzialmente cambiato rispetto al passato.
Un'isola raggiunta in aereo è un'isola come tante altre; raggiunta dal Mare al termine di una traversata piccola o lunga che sia, diventa un luogo incantato. Il viaggio - non importa dove si va, quel che importa è andarci - accende le emozioni e libera la fantasia, tra desideri e rimpianti, nostalgie e speranze.
Con le sue giornate di calma piatta oppure di pieno sole in un cielo sereno, di brezza o di vento forte, di burrasca o tempesta, il viaggio a vela è un'allegoria della vita, la vita stessa.
Piero Ottone